Cosa cos’è l’asma?
L’asma bronchiale colpisce circa 300 milioni di persone in tutto il mondo, ed è una delle malattie croniche più diffuse nell’infanzia.
Si tratta di una patologia respiratoria in cui, in seguito all’esposizione a diversi possibili fattori scatenanti, si innesca un’infiammazione cronica e diffusa che esita nella tipica broncocostrizione, un restringimento completamente o parzialmente reversibile delle vie respiratorie.
Quali sono le cause?
L’asma è una di quelle patologie che definiamo “multifattoriali”, in cui diversi fattori ambientali (su tutti gli “allergeni” – sostanze come il polline o la polvere che scatenano la risposta infiammatoria – ma anche la dieta o fattori perinatali come la prematurità) agiscono su una predisposizione genetica (sono stati segnalati più di 100 geni predisponenti all’asma): è questo il motivo per cui, in un soggetto asmatico, il restringimento delle vie aeree avviene in risposta a fattori scatenanti che, di solito, non influiscono sulle persone non asmatiche.
Quali sono i sintomi?
Quando un paziente asmatico è esposto ad un allergene, i recettori presenti lungo i bronchi avvertono la presenza della sostanza estranea e stimolano i muscoli sottostanti a contrarsi (broncocostrizione), alterando così il flusso di aria: i sintomi che ne conseguono sono il respiro sibilante, la dispnea, il senso di costrizione toracica e la tosse (che in alcuni casi può essere l’unico sintomo)
Oltre agli allergeni inalati (pollini di fiori e piante, spore dei funghi, acari della polvere, peli degli animali), un attacco asmatico può essere innescato anche da altri fattori: le infezioni respiratorie virali (raffreddore, bronchite), le sostanze irritanti (sostanze chimiche, fumo di sigaretta, aria fredda, reflusso di acido gastrico), l’esercizio fisico e lo stress.
Come si diagnostica l’asma?
Il primo passo nella diagnosi di asma è rappresentato dalla raccolta dell’anamnesi del paziente: una storia di crisi caratterizzate da respiro sibilante, dispnea e tosse ci orientano verso il sospetto di asma bronchiale che va poi confermato con le prove di funzionalità respiratoria.
Il gold standard per la conferma diagnostica è rappresentato dalla spirometria, un test sicuro e di rapida esecuzione che permette di valutare quanta aria venga inspirata ed espirata con uno sforzo massimale: al paziente viene richiesto di eseguire più volte manovre respiratorie lente e forzate attraverso un boccaglio monouso, collegato con lo spirometro.
L’esame viene eseguito sia prima che dopo la somministrazione di 400 mcg di broncodilatatore ad azione rapida (in genere il Salbutamolo), e la diagnosi viene confermata se l’azione del farmaco comporta un notevole miglioramento dei parametri (aumento del FEV1 rispetto al basale del 12% o >200 ml) rispetto alla prima esecuzione, a testimonianza della reversibilità della broncocostrizione.
Esistono altri test diagnostici eseguibili tramite un semplice prelievo di sangue, come il dosaggio degli eosinofili o delle IgE totali (PRIST) e IgE specifiche (Rast), che per quanto meno sensibili e specifici delle prove di funzionalità respiratoria risultano utili per il completamento dell’iter diagnostico.
Come si cura l’asma?
Ad oggi l’asma si può curare efficacemente e la maggior parte dei pazienti può raggiungere un buon controllo della malattia, evitando fastidiosi sintomi diurni e notturni, evitando le riacutizzazioni (attacchi di asma) e riprendendo quindi una vita produttiva.
Le categorie di farmaci su cui si basa il trattamento dell’asma, secondo le più recenti linee guida, sono principalmente farmaci anti-infiammatori, su tutti i corticosteroidi per via inalatoria, e farmaci broncodilatatori, sia ad azione rapida per il controllo dei sintomi sia ad azione prolungata per la gestione a lungo termine della patologia.
È importante sottolineare che la base patogenetica dell’asma è rappresentata dall’infiammazione e non solo dalla broncocostrizione: per ridurre il rischio di riacutizzazioni gravi e per controllare la sintomatologia, tutti i pazienti asmatici, sia bambini che adulti, non devono iniziare la terapia solamente con un broncodilatatore ma anche con un farmaco che contenga cortisone.
DOTT. GIOVANNI FAILLA
Medico Chirurgo
Specialista in Malattie dell’Apparato Respiratorio, Allergologia ed Immunologia Clinica.
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