La Dott.ssa Monica Volo, specialista in Ginecologia presso il Policlinico Casilino di Roma, illustra le tappe fondamentali del monitoraggio della gravidanza
Come si fa la diagnosi di gravidanza?
In caso di ritardo del ciclo mestruale, il primo passaggio è il test sulle urine acquistabile in farmacia: se risulta positivo, è necessario eseguire un prelievo di sangue per la ricerca della beta-Hcg, una proteina che raggiunge valori molto elevati in gravidanza.
Che cos’è la visita ostetrica?
Accertata la gravidanza, è necessario programmare la prima visita ostetrica tra la 7a e la 10a settimana, a meno di complicanze come perdite di sangue.
La visita ostetrica è il primo incontro con il ginecologo a cui la mamma decide di affidarsi e prevede una iniziale fase di anamnesi, ossia una raccolta di informazioni sulla salute della madre, le sue abitudini di vita, e la storia familiare di entrambi i genitori per valutare il rischio di malattia genetiche ereditarie. Viene inoltre misurato il peso e la pressione arteriosa della madre e prescritti gli esami del sangue per indagare a quali malattie infettive risulta suscettibile e quali comportamenti deve adottare per evitare di contrarle. Vengono infine fornite informazioni sulla corretta alimentazione in fase di gravidanza.
Ogni quanto si deve programmare la visita ostetrica?
L’incontro con il ginecologo avviene ogni mese e durante il controllo vengono visionati gli esami del sangue, misurata la pressione sanguigna e peso corporeo, ed eseguita un’ecografia per percepire il battito cardiaco del bimbo, controllare il liquido amniotico e valutare l’inserzione della placenta.
Quando si esegue e in che cosa consiste la diagnosi prenatale?
Nel corso del I trimestre di gravidanza si esegue la diagnosi prenatale per indagare eventuali malattie genetiche del bimbo.
I test non invasivi comprendono il Bi-test, che prevede sia un’ecografia che misura le dimensioni della plica nucale del bambino (da eseguirsi tra la 11a e la 13a settimana + 6 giorni), sia un prelievo di sangue alla mamma. i dati raccolti vengono analizzati a livello statistico per calcolare la probabilità che il bimbo sia affetto da una delle più frequenti malattie cromosomiche (trisomia 13, 18, 21).
Un livello aggiuntivo del test è l’analisi del DNA fetale, che consiste in un prelievo di sangue materno da cui vengono estratte le cellule del bimbo su cui viene indagata la presenza di eventuali malattie cromosomiche.
I test invasivi comprendono amniocentesi e villocentesi.
Entrambi sono effettuati tramite delle punture sulla pancia della mamma, con cui viene prelevato un campione (liquido amniotico nel caso dell’amniocentesi, placenta nel caso della villocentesi) da analizzare per la ricerca di eventuali malattie genetiche.
Quali sono i passaggi successivi?
Le tappe successive sono l’ecografia del II trimestre, detta morfologica, che studia gli organi del bimbo e l’ecografia del III trimestre, detta anche dell’accrescimento, che valuta il peso, la quantità di liquido amniotico, la placenta e il flusso sanguigno del bimbo.
Cosa fare quando si avvicina il termine di gravidanza?
Avvicinandosi al termine della gravidanza, è opportuno iniziare il monitoraggio cardiotocografico, un semplice esame che fornisce informazioni sulla frequenza cardiaca del bimbo e sull’attività contrattile dell’utero materno.
All’Ospedale Policlinico Casilino di Roma, presso il quale lavoro, i monitoraggi nelle gravidanze fisiologiche vengono generalmente programmati con cadenza settimanale a partire dalla 37 a settimana fino alla 40a settimana, e successivamente in maniera più ravvicinata (circa ogni 3 giorni). Alla 38a settimane viene compilata la cartella clinica, che sarà pronta nel momento in cui la paziente giunge in Pronto Soccorso.
Quando devo recarmi in Pronto Soccorso?
Quando c’è attività contrattile regolare, perdite di sangue o perdite di liquido amniotico, si raccomanda alla mamma di recarsi in Pronto Soccorso. Qualora non si dovesse verificare nessuno di questi eventi entro la 41a settimana di gravidanza, è opportuno procedere all’induzione del travaglio di parto.
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