Mal di schiena: un piccolo fastidio o la spia di un problema serio?

DOTT. EDOARDO MAZZUCCHI
Medico Chirurgo
Specialista in Neurochirurgia


Il “mal di schiena” è la definizione comune di un dolore localizzato in corrispondenza della colonna vertebrale. In ambito medico, il termine scientifico utilizzato per individuare la patologia dipende dal tratto della colonna vertebrale interessato dal dolore: ad esempio, viene utilizzato il termine “lombalgia” per la patologia che interessa la colonna lombare, “cervicalgia” per la colonna cervicale, “dorsalgia” per la parte toracica della schiena.

Il mal di schiena è un problema molto diffusa: circa il 70-90% delle persone lo sperimenta perlomeno una volta nella vita, e nel 15-45% degli adulti si verifica almeno un episodio all’anno.


Quali sono le cause del mal di schiena?
Il dolore, ed in particolare il dolore originato dalla colonna vertebrale, è un sintomo complesso che ha componenti neurologiche, osteo-articolari, muscolari e psicologiche, spesso presenti contemporaneamente nello stesso paziente. Gli accertamenti radiologici rivelano spesso, anche in persone asintomatiche, alterazioni degenerative della colonna vertebrale, come protrusioni o anche ernie discali, la cui rilevanza clinica deve tuttavia essere soppesata caso per caso: esistono ernie molto voluminose, ma totalmente asintomatiche e, al contrario, piccole protrusioni che per la loro localizzazione determinano disturbi importanti per il paziente. Raramente il dolore può essere una conseguenza di fratture, scivolamento di una vertebra (“listesi”) o anche di patologia tumorale primaria o metastatica, per cui evidentemente il trattamento deve essere determinato in maniera specifica a seguito degli accertamenti appropriati.


Quando ci si deve allarmare?
Nella maggioranza dei casi il dolore recede spontaneamente, con il riposo o con i comuni farmaci antidolorifici. Quando non avviene è opportuno ricorrere al consulto medico per identificare eventuali elementi clinici che possano indirizzare verso approfondimenti radiologici mirati e per ottenere il trattamento adeguato. Raramente si associano al dolore segni e sintomi di interessamento del sistema nervoso, come riduzione della sensibilità, debolezza di un gruppo muscolare o incapacità a deambulare. In tali situazioni la valutazione medica in tempi ragionevolmente brevi è necessaria per escludere le rare forme di “mal di schiena” che necessitano di trattamenti invasivi. In particolare, in caso di insorgenza di incontinenza urinaria o fecale, o riduzione della sensibilità a livello anale e dei genitali, il consulto medico deve essere ottenuto con urgenza, eventualmente anche in Pronto Soccorso.


Come si cura il mal di schiena?
Trattandosi di una patologia con sintomatologia complessa, il trattamento del mal di schiena è il risultato della collaborazione tra diversi medici specialisti (tra cui neurochirurgo, ortopedico, neurologo, radiologo) che in maniera integrata agiscono sulle diverse componenti del dolore. Quando si associa la compressione delle strutture nervose è spesso necessario provvedere alla loro liberazione ed in tal caso l’intervento chirurgico può costituire una delle fasi di tale approccio terapeutico.


Quale specialista effettua gli interventi chirurgici sulla schiena?
La chirurgia vertebrale è una branca condivisa da ortopedici e neurochirurghi, che affrontano la patologia spinale da punti di vista differenti e spesso complementari. Alcune procedure inoltre possono essere effettuate dal radiologo o dall’anestesista.


Perché fare una visita neurochirurgica?
In caso di persistenza del dolore o nel sospetto di alterazioni neurologiche, la valutazione di uno specialista può escludere le cause più gravi e indirizzare verso gli accertamenti necessari per la definizione della diagnosi. Il neurochirurgo in particolare è specializzato nella valutazione del funzionamento del sistema nervoso centrale e periferico. La valutazione delle funzioni neurologiche è infatti il passo fondamentale per valutare il rischio di danni permanenti del mal di schiena. Inoltre, il neurochirurgo può impostare il prosieguo del percorso che porta alla diagnosi della causa del dolore, ma anche effettuare direttamente il trattamento chirurgico o definire come proseguire con una terapia non chirurgica.